Temperature record e emergenza siccità: colpa del riscaldamento globale.

L’allarme è scattato: siamo in condizioni di siccità eccezionale. Una situazione che preoccupa anche oltre i confini nazionali, ma in Italia rischia di produrre effetti drammatici non solo per l’ambiente ma anche per l’economia, già messa a dura prova dalle conseguenze della guerra in Ucraina.

I numeri dicono che i primi cinque mesi dell’anno sono stati i più siccitosi degli ultimi 63 anni, con un terzo delle piogge in meno rispetto al periodo 1981-2010. Non solo: la primavera del 2022 è stata la terza più siccitosa degli ultimi 50 anni. L’aumento della temperatura in Italia, tra l’altro, è maggiore rispetto a quello medio registrato a livello globale, con il 28% del nostro territorio a rischio desertificazione.

Diretta conseguenza della siccità, ad allarmare sono anche i livelli bassi delle acque. In particolare, il livello idrometrico del fiume Po, il principale corso d’acqua italiano, quest’anno ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 70 anni. Così basso che il Mare Adriatico è risalito in pianura per oltre 20 chilometri dalla costa. Ma in sofferenza sono anche il lago Maggiore, con un grado di riempimento del 22,7%, così come quello di Como (al 30,6%).

E se i danni stimati quest’anno ammontano a circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti, rischia di aumentare anche la nostra dipendenza dall’estero, da dove importiamo il 64% del grano tenero, il 47% del mais, il 44% del grano duro e il 27% dell’orzo. La carenza d’acqua sta mettendo infatti a rischio metà di tutta la produzione agricola della Pianura Padana, che corrisponde al 30% della produzione agricola nazionale.

Non si tratta, tuttavia, di un problema circoscritto alle sole regioni del Nord Italia, dove diverse regioni hanno già dichiarato lo stato di calamità naturale e stanno valutando di procedere con un razionamento dell’acqua. L’emergenza siccità si sta infatti rapidamente estendendo al Centro. Paradossalmente va meglio al Sud, dove nonostante le temperature roventi il livello dei principali corsi d’acqua si mantiene in generale buono e secondo gli esperti la situazione non desta, almeno per ora, particolari allarmismi.

Tale situazione di emergenza è in realtà un evento più complesso ma in corso da anni e trova la sua causa principale nel cambiamento climatico e in particolare nel riscaldamento globale, responsabile di diversi fenomeni rischiosi per l’ambiente, come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, l’incremento delle ondate di calore e l’aumento di alluvioni. A sua volta, il riscaldamento globale è causato dall’uomo, attraverso attività che determinano il rilascio nell’atmosfera di gas che, seppure presenti anche in natura, finiscono per incrementare la loro densità sconvolgendo la quantità di energia presente sulla Terra e aumentandone la temperatura globale.

È evidente che siamo di fronte a un fenomeno di portata eccezionale, i cui effetti sono evidenti e sensibili nelle vite di tutti noi. La quantità di riscaldamento futuro che la Terra subirà dipende da quanta anidride carbonica e altri gas serra emetteremo nei prossimi decenni. Gran parte del futuro del nostro pianeta dipenderà dalle decisioni dei governi nazionali, chiamati a rispondere con soluzioni immediate e non più rinviabili.

Ma ciascuno di noi, nel suo piccolo, può e deve fare la sua parte per salvare l’ambiente. Come? Cambiando stile di vita o almeno mettendo in pratica, tutti i giorni, piccoli accorgimenti che se moltiplicati possono fare tanto. Ricordiamo di seguito i più comuni, che sono anche i più semplici da attuare: ridurre i consumi elettrici in casa; preferire i mezzi pubblici al mezzo privato e quando possibile spostarsi a piedi o in bicicletta; scegliere alimenti di origine vegetale (la cui produzione dà luogo a minori emissioni di gas a effetto serra e richiede meno energia, terra e acqua); evitare gli sprechi e comprare prodotti a km zero; differenziare i rifiuti; abbassare i termosifoni d’inverno e limitare i condizionatori d’estate.