La pandemia ha dato forte impulso all’implementazione di iniziative di telemedicina su tutto il territorio nazionale. Ma tali servizi non sono diffusamente riconosciuti: molti pensionati dichiarano, infatti, di non esserne a conoscenza. Eppure il 76,4% possiede uno smartphone e il 60% lo utilizza ogni giorno.

E’ quanto si evince a una ricerca presentata nel corso dell’Assemblea Nazionale di Cna Pensionati svoltasi a Roma con il Presidente di Cna Pensionati Giovanni Giungi; Gaetano Fausto Esposito Direttore del Centro Studi delle camere di commercio, che ha presentato dell’Osservatorio sulla telemedicina; Elio Borgonovi Presidente Cergas – Università Bocconi; Filippo D’Andrea Segretario Nazionale di Cna Pensionati; Salvatore Cavini, invitato permanente alla Presidenza Cna con delega alle politiche sanitarie e socio-assistenziali.

L’Assemblea, conclusa dal Presidente della Cna Nazionale Dario Costantini. si è celebrata all’indomani della presentazione da parte del governo della Legge di Bilancio. E se il Presidente di Cna Pensionati Giungi ha sottolineato positivamente alcuni interventi come l’aumento delle pensioni minime, l’innalzamento dai 12mila ai 15mila euro per l’accesso ai bonus sociali, la proroga per il primo trimestre del 2023 delle misure contro il caro energia, d’altro canto ha sottolineato come essa “riuscirà solo in parte a affrontare l’altro grande tema di interesse dei pensionati: gli investimenti in sanità in particolare a favore del Servizio Sanitario nazionale”. E proprio sul questo tema si e concentrata la ricerca presentata in Assemblea realizzata con su un campione di 3.000 associati a CNA Pensionati da parte dell’Osservatorio Silver economy e Telemedicina di CNA Pensionati, realizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G.Tagliacarnec con l’obiettivo di rilevare il tipo di utilizzo dei servizi sanitari e sociosanitari da parte degli over 65.

Secondo la ricerca il ricorso alla telemedicina in pandemia ha riscosso la soddisfazione del 76% dei pensionati intervistati, ma soloIl 22,5% afferma di aver utilizzato tali servizi prevalentemente con il medico di medicina generale, presumibilmente con chiamate e messaggi whatsapp. Solo il 13% ha usufruito, invece, di monitoraggio ospedaliero. Il problema restano i servizi sul territorio: un quarto dei pensionati si dichiara non soddisfatto dell’assistenza del medico di medicina generale, con punte che sfiorano il 40% in Lombardia, Liguria, Puglia e Umbria.

I motivi principali dell’insoddisfazione rispetto al proprio medico di famiglia vanno dallo scarsa attenzione ai pazienti con la sola prescrizione degli esami e dei farmaci (24%); l’affollamento dell’ambulatorio (19%) con punte del 50% in Calabria; l’indisponibilità del medico per le visite a domicilio (18,8%),con un picco del 76,2% in Puglia; orari limitati dell’ambulatorio (17,3%), con una rilevanza significativa in Molise (una risposta su due) e circa il 30% nel Lazio e in Abruzzo.Elementi, questi, messi in luce da Elio Borgonovi che ha sottolineato come gli anziani, in buona sostanza, chiedano cose semplici per garantirsi la salute. Borgonovi ha poi sottolineato il ruolo delle associazioni come Cna Pensionati per il monitoraggio degli investimenti previsti in Sanità con il Pnrr. “Andiamo a vedere nel prossimo futuro se la tal Casa della salute funzioni e sia correttamente realizzata o se i Centri operativi territoriali, fondamentali per la telemedicina, risultino attivi – ha detto.

“Colpisce che quasi il 15% degli intervistati abbia dovuto abbandonare il lavoro per motivi di salute o per assistere un proprio familiare” – ha sottolineato dal canto suo Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne -l’aumento dei decessi registrato lo scorso anno, rispetto al 2020, ha interessato esclusivamente la popolazione over 65. Mentre la speranza di vita è salita a 81,4 anni, ma al Nord si allunga di 1 anno e 7 mesi rispetto al Sud”. Per questo suggerisce Esposito“il tema della salute va affrontato sia a livello territoriale di prossimità, anche con un maggiore coinvolgimento delle parti sociali, sia con l’utilizzo più massivo delle tecnologie avanzate come la telemedicina superando il deficit digitale che interessa ancora molti anziani”.

Giungi ha poi sottolineato come la telemedicina sia essenziale per garantire una corretta integrazione fra i servizi ospedalieri e specialistici e quelli territoriali. “Secondo il nostro sondaggio – ha chiarito – gli anziani, spesso soggetti a pluripatologie, dimenticano nel 67,8% dei casi almeno una volta di assumere la terapia, quota che si attesta in alcune regioni tra il 70% e l80. Ecco perché un monitoraggio assiduo può rivelarsi fondamentale per preservare la loro salute incidendo anche sulla spesa del Sistema Sanitario Nazionale. Per il futuro suggeriamo di implementare e presidiare i servizi di telemedicina offerti; favorire i servizi di prossimità; costruire alleanze e sinergie con gli operatori sanitari sul territorio”.

La conclusione dell’Assemblea è stata affidata a un appassionato intervento di Costantini, Presidente Nazionale Cna. Costantini ha invitato la platea di pensionati a contribuire al cambiamento in atto nella confederazione.“Ci sono certi momenti in cui il capello bianco è un valore aggiunto – ha detto – avete la responsabilità, in questa fase di cambiamento, di ricordare anche agli ultimi arrivati, ai giovani, il vostro ruolo. Che non è scontata. Ma è richiesta e ben accetta”- ha concluso.