Parliamo di…

Legge di Bilancio!

È online il nuovo format Parliamo di…, a cura di CNA Pensionati e Patronato Epasa-Itaco.

È stato pensato per rendere più fruibile ed immediata la consultazione delle principali pubblicazioni politico-istituzionali nel Paese.

In questa uscita ‘Parliamo di…Legge di Bilancio‘ verranno approfondite le principali misure a favore dei nostri associati presenti proprio nella Legge di Bilancio 2024

Il commento di Antonio Licchetta, Responsabile Nazionale  CNA Politiche Sociali e Previdenza.

Disegno di Legge di Bilancio 2024. Una prima analisi.

NB: questo approfondimento è basato sul testo della Legge di Bilancio 2024 presentato al Senato della Repubblica per la prima lettura. A seguito dell’esame in Parlamento e all’approvazione definitiva in data 29 dicembre, le norme analizzate sono state rinumerate all’interno di un articolo unico che si compone di 561 commi. Proprio perciò si fa riferimento solo agli argomenti delle misure citate, nel tentativo di agevolarne e facilitarne la comprensione.
Buona lettura!
Breve Introduzione alla lettura 
Leggi di più...
Che cos’è la Legge di Bilancio

La legge di bilancio è uno degli atti normativi fondamentali dello Stato. Essa infatti riporta le previsioni di entrata e di spesa per l’anno successivo e alloca le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi che il governo concorda in sede europea. Tale norma inoltre contiene anche un bilancio di previsione triennale sulle dinamiche dei c.d. saldi di finanza pubblica. Questa legge rappresenta dunque il passaggio conclusivo e politicamente più rilevante del “ciclo di bilancio”, ovvero il percorso normativo attraverso il quale viene elaborato ed approvato il bilancio dello stato.

CNA Pensionati sulle politiche sanitarie e sociali

Per far fronte alle sfide della transizione demografica che trasformerà nel profondo il Paese, CNA Pensionati da tempo si è posta l’obiettivo di promuovere un’attività di rappresentanza capace di promuovere la graduale implementazione del welfare generativo, ovvero soluzioni innovative e “produttive” dei bisogni, basate su tre asset in particolare: lo sviluppo della prevenzione, il controllo delle cronicità e la garanzia dell’assistenza.

Questo ecosistema integrato di servizi sanitari, assistenziali e sociali è possibile solo con un adeguato stanziamento di risorse e di personale, in primis a favore del Servizio Sanitario Nazionale. Rispetto al SSN, la Legge di Bilancio 2024 prova ad invertire la rotta, ma le misure previste non bastano. Se i princìpi fondamentali del SSN (universalità, uguaglianza ed equità) sono una conquista sociale irrinunciabile, è necessario uno sforzo collettivo per contribuire a garantirne la sostenibilità.
Infatti è proprio il Servizio Sanitario Nazionale il pilastro tramite cui promuovere e sostenere la necessità di un cambiamento di paradigma sul ruolo delle politiche sociali e del welfare in Italia, grazie alla piena attuazione delle nuove norme strutturali varate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR:

  1. la c.d. riforma dell’assistenza e della sanità territoriale (DM 77/2022 del Ministero della Salute);
  2. la c.d. legge quadro sulla non autosufficienza e sulle politiche in favore delle persone anziane (legge n. 33/2023).

Rispetto alla nuova sanità territoriale, il percorso di decentramento della presa in carico dei pazienti dall’ospedale al territorio si deve concretizzare con l’implementazione di una rete territoriale omogenea e facilmente accessibile. Rafforzare la rete territoriale significa creare un sistema sanitario più vicino alla popolazione, caratterizzato da una maggiore capillarità (case di comunità hub e spoke, infermiere di comunità, farmacie dei servizi e di comunità etc.), aderente sia con un modello di presa in carico proattiva – negli interventi di prevenzione così come di diagnosi e cura – sia in grado di sviluppare l’integrazione e la continuità dell’assistenza con un approccio multidimensionale.

L’attuazione della riforma è inoltre propedeutica ad altri interventi previsti dal PNRR, si veda ad esempio l’obiettivo ambizioso di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino ad interessare, entro la metà del 2026, il 10% della popolazione over 65. Oppure gli investimenti in telemedicina che tenderanno a promuovere un gamma sempre più ampia di funzionalità, volte a presidiare meglio la prevenzione e la cura soprattutto delle cronicità.

Rispetto alle politiche di sostegno sulla non autosufficienza, la LdB 2024 è invece completamente deficitaria. Mancano le risorse in vista della prossima emanazione dei decreti legislativi, impedendo così di perseguire in concreto alcune indicazioni “attuative” che CNA Pensionati sostiene fortemente:

  1. una nuova prestazione universale che supera, migliora ed irrobustisce l’indennità di accompagnamento (art. 5, comma 2, lettera a, punto 1 della legge n. 33/2023);
  2. integrazione e coordinamento tra ADI – Assistenza domiciliare integrata e SAD – Servizio di assistenza domiciliare (art. 4, comma 2, lettera n);
  3. emersione e qualificazione del lavoro domestico e di cura grazie al riordino e al rafforzamento delle agevolazioni contributive e fiscali (art. 5, comma 2, lettera a, 1, 2 e b, 2);
  4. seria armonizzazione (non razionalizzazione!) tra le prestazioni socio-assistenziali e quelle sanitarie (art. 4, comma 2, lettera d).

All’interno delle dinamiche imposte dalla transizione demografica, le sfide legate alla non autosufficienza riguardano – e sempre più riguarderanno – il “core business” del sistema di welfare. Un sistema che oggi fatica ad affrontare le tante necessità che interessano l’anziano nelle sue diverse sfaccettature e non riesce ancora ad agire preventivamente per ritardare la perdita dell’autonomia. Per questo è urgente dare seguito attuativo a quanto previsto dal legislatore con la riforma della legge n. 33/2023.

Rispetto alle misure riguardanti il sistema pensionistico, il nuovo meccanismo di indicizzazione per le pensioni nel 2024 protegge sicuramente i redditi pensionistici più bassi, ma continua a colpire duramente i pensionati del ceto medio.

Anche le nuove disposizione per facilitare la flessibilità in uscita e così anticipare il pensionamento, risultano essere ridimensionate rispetto al recente passato. Le modifiche ai vari istituti (si veda quota 103, Opzione Donna, Ape sociale, etc.) sono caratterizzate prevalentemente dall’inasprimento sia dei disincentivi economici sia dei requisiti richiesti per il loro accesso.

Per un maggiore approfondimento si rimanda al commento di Antonio Licchetta, Responsabile Nazionale CNA Politiche Sociali e Previdenza.

Sul fronte delle misure sociali e fiscali, a parte la conferma del bonus sociale per le bollette di luce, acqua e gas, le altre misure di sostegno al reddito rischiano di non coinvolgere i pensionati (ad esempio, si vedano i meccanismi attuativi della c.d. Carta Acquisti “Dedicata a te”).

Per difendere meglio le pensioni dalla perdita di potere d’acquisto subita in questi ultimi anni, soprattutto a causa dell’attuale spirale inflazionistica (come evidenziato dall’ultimo Rapporto Annuale INPS), CNA Pensionati da tempo suggerisce al legislatore un set di opzioni in grado di sostenere, in particolare, chi percepisce un reddito pensionistico medio-basso:

  1. aumento della quattordicesima;
  2. innalzamento della no tax area;
  3. utilizzo di un indice più equo quale l’IPCA per quanto riguarda il meccanismo di rivalutazione delle pensioni;
  4. supporto alla proposta nata in ambito CUPLA – il Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo, che rappresenta oltre 3 milioni di over 65 – del bonus IRPEF da 80 euro al mese dedicato ad una platea di pensionati percettori di un reddito medio-basso.
    Politiche della Salute
    Leggi di più...
    Rifinanziamento del fondo CCNL per il personale pubblico per il triennio 2022-2024

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute – adeguamento dello stipendio del personale sanitario

    Descrizione della misura: per il triennio contrattuale 2022-2024 in aggiunta a quanto già previsto dall’articolo 3 del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145 (2 mld, del c.d. Decreto “Anticipi” riguardo al ristoro della vacatio contrattuale per la Pa), sono stanziati 3 miliardi di euro per l’anno 2024 e di 5 miliardi di euro a decorrere dall’anno 2025 per tutta la Pa. Le disposizioni si applicano anche al personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. Per il SSN gli oneri comprendono anche i riconoscimenti finalizzati a valorizzare la specificità medico-veterinaria e dell’altro personale secondo specifiche indicazioni da individuarsi nell’atto di indirizzo di cui all’articolo 47, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (contrattazione collettiva nazionale attraverso l’ARAN).

    Commento: senza investimenti massici sul personale è impensabile immaginare un rilancio del SSN. Uno degli elementi dirimenti rispetto al rischio di un “auto-dissolvimento” della sanità pubblica è proprio il tema del trattamento economico del personale sanitario, inadeguato sia rispetto alle mansioni e al carico di lavoro affrontato, sia rispetto alla spinta competitiva e concorrenziale con l’estero che drena sempre di più la possibilità del ricambio generazionale garantito dai giovani specialisti e professionisti (medici, infermieri, tecnici di laboratorio, oss, etc.) formati dalle università italiane.

    Oltre al tema del CCNL, il sostegno al reddito verrà sostenuto anche con l’autorizzazione agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive (ex-articolo 42 della LdB) in modo tale da confermare gli importi previsti nel 2023 per il settore dell’emergenza urgenza e ora estesi a tutti i comparti, ovvero 100 euro circa per il personale medico ed incrementando quelli dell’altro personale sanitario (infermieri, tecnici, oss., etc.) fino a 60 euro lordi omnicomprensivi.

    Rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute

    Descrizione della misura: rispetto a quanto presente nella Nadef, viene rivisto al rialzo il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato, incrementandolo di 3 miliardi per l’anno 2024, 4 miliardi per l’anno 2025 e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026. Questi incrementi andranno a finanziare il rinnovo dei contratti, l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive per il personale sanitario operante nel SSN, la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica, le modifiche alle modalità di distribuzione dei medicinali, le misure per l’abbattimento delle liste d’attesa, l’aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati, l’aggiornamento dei Lea, il potenziamento dell’assistenza territoriale, nonché l’organizzazione e il funzionamento dell’Inmp – Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà.

    Commento: se è corretto riconoscere al Governo un impegno concreto a favore della sostenibilità del SSN (dai 129 miliardi di euro del 2023 ai 134 miliardi di euro nel 2024, in percentuale invece il rapporto fra la spesa sanitaria e PIL si mantiene al 6,4% nel prossimo biennio, solo due decimi di punto inferiori al 2023), le risorse stanziate sono sì rilevanti ma continuano ad essere insufficienti. Andranno infatti a sostenere misure che tamponano le principali emergenze, mentre servono soluzioni strutturali per risolvere i problemi del sistema sanitario emersi con la pandemia.

    D’altra parte – prendendo a riferimento la Relazione tecnica – dei nuovi fondi 2.4 miliardi sono destinati al rinnovo dei contratti per il personale, mentre circa 500 milioni nel 2024 (che crescono a 1.5 miliardi nel 2025) sono “vincolati” a specifici interventi, in particolare rivolti ad affrontare la problematica del riassorbimento delle liste d’attesa comprando prestazioni dal privato (una soluzione adottata fin dal 2022 e che, al momento, non si è rivelata utile per risolvere il problema). Risultano dunque pressocché nulli i margini disponibili per adeguare la spesa ai fabbisogni crescenti, ovvero a quella necessità di interventi strutturali in grado di “rimettere in carreggiata” il SSN.

    Infine, come ricordato in audizione dalla Corte dei Conti, dall’Istat e dall’UpB, questo incremento difficilmente riuscirà ad assorbire interamente gli effetti della crescita dei prezzi dei beni e servizi che, a causa dell’inflazione, ha colpito anche il settore della salute.

    Incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive per il personale medico e per il personale sanitario del comparto sanità operante nelle Aziende e negli Enti del SSN

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute – contrasto alle liste d’attesa e presidio dei pronto soccorso

    Descrizione della misura: al fine di far fronte alla carenza di personale sanitario nelle aziende e negli enti del Servizio sanitario Nazionale, di ridurre le liste d’attesa e il ricorso alle esternalizzazioni, l’autorizzazione agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive previste dal decreto 34/2023 viene estesa, dal 2024 al 2026, a tutte le prestazioni aggiuntive svolte dal personale medico. Restano quindi ferme le disposizioni vigenti in materia di prestazioni aggiuntive, con particolare riferimento ai volumi di prestazioni erogabili, nonché all’orario massimo di lavoro e ai prescritti riposi.

    Per le stesse finalità, le aziende e gli enti del SSN, le disposizioni di cui all’articolo 11, comma 1, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34 in materia di incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive e anticipo dell’indennità nei servizi di emergenza-urgenza, si applicano fino al 31 dicembre 2026 e sono estese, dal 2024 al 2026, a tutte le prestazioni aggiuntive svolte, ai sensi dell’articolo 7, comma 1, lettera d), del contratto collettivo nazionale di lavoro – triennio 2019-2021 relativo al personale del comparto sanità, dal personale sanitario di tale comparto operante presso le medesime aziende ed enti del SSN. Per le predette attività la tariffa oraria può essere aumentata fino a 60 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione. Per questo viene autorizzata, per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, la spesa di 200 milioni di euro per il personale medico e di 80 milioni di euro per il personale sanitario del comparto.

    Commento: v. misure precedenti.

    Misure per l’abbattimento delle liste d’attesa

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute – contrasto alle liste d’attesa

    Descrizione della misura: per garantire la completa attuazione dei propri Piani operativi per il recupero delle liste d’attesa, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono avvalersi, fino al 31 dicembre 2024, delle misure previste dall’articolo 42 (tariffa oraria medici) e possono coinvolgere anche le strutture private accreditate, in deroga all’articolo 15, comma 14, primo periodo, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, come rideterminato dall’articolo 47 (Aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati). Per l’attuazione delle finalità di cui al presente comma le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono utilizzare una quota non superiore allo 0,4 per cento del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l’anno 2024.

    Commento: v. misure precedenti.

    Aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute – contrasto alle liste d’attesa

    Descrizione della misura: al fine di concorrere all’ordinata erogazione delle prestazioni assistenziali ricomprese nei Livelli essenziali di assistenza, il limite di spesa indicato dal decreto 95/2012 (acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per l’assistenza ospedaliera), è rideterminato nel valore della spesa consuntivata nell’anno 2011 incrementata di 1 punto percentuale per l’anno 2024, di 3 punti percentuali per l’anno 2025 e di 4 punti percentuali a decorrere dall’anno 2026 , fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del servizio sanitario regionale.

    Commento: v. misure precedenti.

    Finanziamento per aggiornamento dei LEA

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute

    Descrizione della misura: per consentire l’aggiornamento dei Lea è vincolata una quota pari a 50 milioni di euro per l’anno 2024 e una quota pari a 200 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025, a valere sul livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato come rideterminato dall’articolo 41 (Rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale). Dunque, il costo dei nuovi nomenclatori delle prestazioni erogabili è stato stimato in circa 400 milioni nella Relazione tecnica allegata allo schema del decreto sulle tariffe, al netto di quanto già fornito da alcune Regioni.

    Commento: una misura necessaria per iniziare a rendere esigibili i nuovi Lea, di cui è utile ricostruire brevemente quanto avvenuto fino ad oggi: con il Decreto del Ministro della Salute e del Ministro dell’Economia e delle finanze del 23 giugno 2023 sono state aggiornate le tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica (che entreranno in vigore rispettivamente il 1° gennaio e il 1° aprile del prossimo anno), il vero passaggio necessario per rendere finalmente esigibili i suddetti Lea, determinati già da quasi sette anni (Dpcm del 12 gennaio 2017).

    Ulteriori misure in materia di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e dell’assistenza territoriale

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute – attuazione del DM 77/2022 del Ministero della Salute

    Descrizione della misura: al fine di supportare ulteriormente l’implementazione degli standard organizzativi, quantitativi, qualitativi e tecnologici ulteriori rispetto a quelli previsti dal PNRR, per il potenziamento dell’assistenza territoriale, con riferimento ai maggiori oneri per la spesa di personale dipendente, da reclutare anche in deroga ai vincoli in materia di spesa di personale previsti dalla legislazione vigente limitatamente alla spesa eccedente i predetti vincoli, e per quello convenzionato, la spesa massima autorizzata ai sensi dell’articolo 1, comma 274, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, è incrementata di 250 milioni di euro per l’anno 2025 e di 350 milioni di euro a decorrere dall’anno 2026 a valere sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, le somme di cui al primo periodo sono ripartite fra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, anche tenendo conto degli obiettivi previsti dal PNRR (Missione 6 – Salute, ed in particolare la riforma sulla sanità territoriale realizzata con il DM 77/2022). Altre risorse invece sono garantite per le cure palliative e terapia del dolore, altre invece per vincolare la quota di risorse incrementali al fabbisogno del SSN attraverso la ripartizione del CIPE, di cui all’articolo 1, commi 34 e 34-bis della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per il perseguimento degli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale.

    Commento: in questo caso ci si riferisce forse ad una delle misure di maggiore rilievo finanziario, soprattutto a partire dal 2025, presenti nel “capitolo Sanità” della LdB 2024, in grado di assicurare le prospettive ed il potenziamento dell’assistenza territoriale tramite l’attuazione del DM 77/2022. Come anticipato in premessa, da una rapida realizzazione di questa riforma dipende infatti non solo un miglioramento delle cure di prossimità, ma anche un effetto positivo in grado di estendersi all’intero sistema sanitario. Sarebbe per questa via possibile muovere, infatti, verso un più appropriato utilizzo delle diverse strutture, “decongestionando” quelle ospedaliere, in particolare quelle di emergenza-urgenza. Una attuazione per cui risultano determinanti, oltre al coinvolgimento dei medici di medicina generale, adeguati reclutamenti di personale per i quali – finalmente – sono state previste risorse in legge di bilancio. 

    Investimenti INAIL in edilizia sanitaria

    Policy: sostegno alle politiche sanitarie e della salute – investimenti infrastrutturali sugli ospedali ed attuazione del DM 77/2022 del Ministero della Salute

    Descrizione della misura: nell’ambito dei piani triennali degli investimenti immobiliari, approvati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ai sensi dell’articolo 8, comma 15, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, l’INAIL – Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro può destinare parte delle risorse finanziarie alla realizzazione e all’acquisto di immobili per le esigenze di ammodernamento delle strutture sanitarie e di ampliamento della rete sanitaria territoriale.

    Commento: v. misure precedenti.

    Politiche Pensionistiche
    Per approfondimenti in materia di politiche sulle pensioni leggere il commento di Antonio Licchetta 'Disegno di Legge di Bilancio 2024. Una prima analisi.'
    Rideterminazione indicizzazione pensioni per l’anno 2024

    Policy: sostegno al reddito pensionistico  

    Descrizione della misura:

    Nell’anno 2024 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta:

    1. a) per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento;
    2. b) per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS e con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi:

    1) nella misura dell’85% per i trattamenti pari o inferiori a cinque volte il T.M. INPS;

    2) nella misura del 53% per i trattamenti tra 5 e 6 volte il T.M. INPS;

    3) Nella misura del 47% per i trattamenti tra 6 e 8 volte il T.M. INPS;

    4) Nella misura del 37% per i trattamenti tra 8 e 10 volte il T.M. INPS;

    5) Nella misura del 22% per i trattamenti superiori a 10 volte il T.M. INPS.

    Commento:

    In sintesi, i vari provvedimenti sull’adeguamento delle pensioni all’inflazioni prevedono:

    • Trattamento minimo INPS 2023: 563,64 euro;
    • Importo pensione pari a 4 volte il Trattamento minimo: 2.254,56 euro;
    • M. 20 novembre 2011 (G.U n. 279 del 29 novembre 2023): aumento provvisorio 2024 pari al 5,4%;
    • Conguaglio 2023: 0,8%.

    Politiche Sociali e Fiscali
    Leggi di più
    Misure per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti di beni di prima necessità - Carta «Dedicata a te»

    Policy: sostegno alle famiglie meno abbienti

    Descrizione della misura: viene previsto un incremento del Fondo istituito con L. n. 197/2022 destinato all’acquisto di beni alimentari di prima necessità da parte dei soggetti con ISEE non superiore a 15.000 euro. Sarà necessario un decreto ministeriale attuativo per la definizione dei termini e delle modalità di erogazione.

    Commento: si ricorda che nell’anno 2023 la carta «Dedicata a te» (per complessivi 382,50 euro per nucleo familiare, più un contributo straordinario contro il caro benzina di circa 80 euro stanziato con il DL 131/2023) è stata gestita dai Comuni, che hanno ricevuto direttamente da INPS l’elenco dei beneficiari del contributo, senza necessità di domanda da parte del cittadino.

    La carta è utilizzabile per gli acquisti dei soli beni alimentari di prima necessità nei supermercati e nei negozi alimentari abilitati al circuito previsto e che possiedono i requisiti previsti dal Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

    Contributo straordinario per il primo trimestre 2024 ai titolari di bonus sociale elettrico

    Policy: sostegno alle famiglie meno abbienti  

    Descrizione della misura: la disposizione riconosce per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024 un contributo straordinario ai clienti domestici titolari di bonus sociale elettrico con le medesime modalità di cui al comma 1 dell’articolo 3 del decreto-legge 30 marzo 2023 n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 56 (uno dei c.d. Decreti “Energia”). A tal fine autorizza la spesa di 200 milioni di euro per l’anno 2024, disponendo il trasferimento delle risorse alla Cassa per i servizi energetici e ambientali entro il 28 febbraio 2024.

    Commento: replicando il meccanismo di successo degli anni precedenti, la soglia ISEE per avere diritto a ricevere i bonus sociali elettrico, gas e idrico per i consumatori in condizione di disagio viene lasciata a 15mila euro (per le famiglie numerose – con almeno quattro figli a carico – durante il 2023 la soglia era passata da 20mila a 30mila euro, mentre è stata confermata la fattispecie del bonus elettrico per disagio fisico).

    Bisogna inoltre ricordare che a partire dal gennaio 2021 questi bonus sociali sono riconosciuti automaticamente a tutti i cittadini/nuclei familiari aventi diritto senza che debbano presentare alcuna domanda. È sufficiente essere in possesso della DSU – Dichiarazione Sostitutiva Unica, ai fini dell’attestazione ISEE.

    A confermare la validità del meccanismo automatico dei bonus è proprio la relazione annuale dell’Arera, che ha evidenziato come nel 2022 sono stati riconosciuti 3.766.105 bonus elettrici e 2.441.158 bonus gas a clienti diretti, ossia titolari di forniture individuali di gas naturale: l’importo stimato corrispondente ai bonus riconosciuti è pari a circa 1.313 milioni di euro per i primi e a circa 849 milioni di euro per i secondi. Al 31 dicembre 2022 i nuclei familiari con bonus attivo per disagio fisico erano 52.176, in netto aumento rispetto all’anno precedente (+24,33%). Anche un recente report dell’Istat ha confermato che nel 2022 i bonus sociali per le bollette hanno contribuito a contenere la crescita della povertà.

     

    Riduzione del Canone RAI e ammodernamento e sviluppo infrastrutturale delle reti del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale

    Policy: sostegno alle famiglie meno abbienti

    Descrizione della misura: viene rideterminata in 70 euro (invece che 90 euro), per l’anno 2024, la misura del canone di abbonamento alla televisione per uso privato attualmente determinato dall’articolo 1, comma 40, della legge 11 dicembre 2016, n. 232.

    Misure di contrasto all’evasione nel settore del lavoro domestico

    Policy: lotta all’evasione fiscale

    Descrizione della misura: la norma mira a rafforzare il coordinamento tra l’Inps e l’Agenzia delle entrate per la lotta all’evasione nel settore del lavoro domestico. Il provvedimento  prevede che l’Agenzia delle entrate e l’Inps realizzino un sistema di comunicazione tempestiva ed efficiente che favorisca lo scambio dei dati utili alla ricostruzione della posizione reddituale dei lavoratori domestici, anche utilizzando tecnologie digitali all’avanguardia. La misura specifica che l’Agenzia delle entrate utilizza i dati acquisiti dall’Inps per la predisposizione delle dichiarazioni precompilate e per l’invio di lettere di compliance. Infine, viene disposto che l’effettuazione di analisi del rischio e controlli mirati per la corretta ricostruzione della posizione reddituale e contributiva dei lavoratori domestici. L’analisi può essere effettuata anche a partire dai dati comunicati dal datore di lavoro in fase di assunzione.

    Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili

    Policy: semplificazioni adempimenti fiscali  

    Descrizione della misura:  la disposizione modifica la disciplina fiscale delle locazioni brevi contenuta nell’articolo 4 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96. In particolare, per i casi di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta, si innalza dal 21 al 26 per cento l’aliquota dell’imposta sostitutiva dovuta, sui canoni derivanti dai contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, dalle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, che esercitano l’opzione per l’applicazione del regime fiscale della cedolare secca di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23. A scelta tra le varie unità immobiliari, per una di esse potrà preservato il regime al 21% dell’a Resta fermo che, ai sensi dell’articolo 1, comma 595, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, il regime fiscale delle locazioni brevi di cui all’articolo 4 sopra citato è riconosciuto solo in caso di destinazione alla locazione breve di non più di quattro appartamenti per ciascun periodo d’imposta; ne consegue che, in caso di destinazione alla locazione breve di cinque o più appartamenti, l’attività di locazione si presume svolta in forma imprenditoriale ai sensi dell’articolo 2082 del Codice civile.

    Esclusione titoli di Stato dal calcolo ISEE

    Policy: allargamento della platea per le prestazioni sociali  

    Descrizione della misura: la disposizione esclude dal calcolo dell’indicatore di situazione economica equivalente (ISEE), fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di stato di cui all’articolo 3, del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di debito pubblico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 2003, n. 398, nonché i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.

    Il provvedimento detta le disposizioni attuative della previsione normativa. Vengono, inoltre, formulate le disposizioni finanziarie.

    Fondo Unico per l’inclusione delle persone con disabilità

    Policy: stanziamento risorse nazionali sulla disabilità  

    Descrizione della misura: al fine di assicurare un’efficiente programmazione delle politiche per l’inclusione, l’accessibilità e il sostegno a favore delle persone con disabilità, a decorrere dal 1° gennaio 2024 è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità con una dotazione di euro 231.807.485 euro annui a decorrere dall’anno 2024.

    Commento: anche se da parte delle associazioni dei disabili vengono denunciati decurtazioni complessive sugli stanziamenti dello Stato a loro favore, questa misura si integra con lo sforzo riformatore messo in atto con la legge n. 227/2021 – c.d. “Riforma quadro della disabilità” – ed i primi provvedimenti attuativi approvati nel CdM dello scorso 3 novembre 2023. A differenza della legge n. 33/2023, la c.d. “Riforma quadro sulla non autosuffcienza”, il Governo in questo caso sta cercando di esercitare la delega ottenuta mettendo in campo provvedimenti sostenuti da risorse e stanziamenti.

    Previsioni statistiche in breve sulla situazione economica del Paese
    Leggi di più
    Approfondisci tramite i grafici nel dettaglio

     

     

    Leggi il commento di Antonio Licchetta
    Disegno di Legge di Bilancio 2024. Una prima analisi.
    Leggi di più...

    In data 29 dicembre 2023 è stato formalmente approvato dal Parlamento il quadro degli interventi in materia sociale e previdenziale che caratterizzeranno la manovra di Bilancio per l’anno 2024. Gli interventi sono numerosi e talvolta sperimentali, in ogni caso non strutturali e diretti, il più delle volte, a contenere la spesa e a generare risparmi.

    Diverse sono le misure in favore delle famiglie e, in particolare, quelle rivolte a donne con figli.

    A titolo di esempio è previsto, per le lavoratrici, l’esonero totale dei contributi previdenziali (per il triennio 2024-2026) e, se pensionande, importanti “sconti” sui requisiti richiesti per accedere al trattamento.

    In favore delle famiglie, più in generale, sono previste nuove risorse per il pagamento delle rette degli asili nido e un miglioramento del quadro generale relativo ai congedi parentali.

    Ruolo da protagonista, ma in negativo, è riservato alle pensioni. Gli interventi in merito seguono alcune direttrici comuni: 1. Inasprimento dei requisiti per l’accesso alla pensione, allontanandone pertanto il momento di liquidazione del trattamento; 2. Disincentivi economici nei casi di accesso al pensionamento, con conseguente, anche qui, allontanamento dell’accesso; Meccanismi di premialità per le donne con figli.

    Pertanto, in materia pensionistica, importanti risparmi deriveranno dall’inasprimento dei requisiti e dal ricalcolo di alcuni di essi (con particolare riferimento a quelli dei contributivi puri e a quelli dei medici e di altri lavoratori del pubblico impiego), oppure dalla rivisitazione, ancora una volta al ribasso, del meccanismo di adeguamento delle pensioni all’inflazione.

    Altre misure di particolare interesse sono quelle che prevedono l’estensione al primo trimestre 2024 del contributo straordinario previsto a beneficio dei titolari di bonus sociale elettrico, il rifinanziamento della misura “carta dedicata” per l’acquisto di beni di prima necessità da parte di soggetti che presentino determinate condizione reddituali e del Fondo di garanzia per la prima casa destinato alla concessione di garanzie su mutui ipotecari. Inoltre, si segnala che il canone di abbonamento alla televisione per uso privato viene ridotto da 90 a 70 euro.

    La sopraggiunta approvazione della manovra di Bilancio ci permetterà a breve di poter descrivere, ancora più nel dettaglio, quali saranno le novità in materia previdenziale e sociale che caratterizzeranno l’anno 2024.

    CNA Pensionati Piazza Mariano Armellini, 9/A 00162 ROMA | Servizio di informazione e partecipazione rivolto agli associati CNA.